domenica 7 luglio 2013

Marina Morpurgo: "La scrittrice criminale"




Lo scrittore non crea i personaggi.
Li facilita, per usare un termine caro a Michael Doyle: un attimo prima esistono solo sotto forma di potenziale inespresso e un attimo dopo - zac - lo scrittore li ha inchiodati sulla carta come falene. Sorride, il sadico. Crede che d'ora in avanti potrà farne quello che vuole.
Purtroppo non è così. E' facile cadere nell'illusione del controllo, ma poi guardi la libreria - proprio come la protagonista di questo spregiudicato romanzo breve - e ti senti un verme pensando a personaggi come Roland Deschain, Thomas Jerome Newton - tutte personcine molto poco raccomandabili che Scrittori (con la S maiuscola) come Stephen King e Walter Tevis non si sono proprio sentiti di far fuori. Si capisce il motivo per cui lo zio Steve si è dovuto consolare (ATTENZIONE, SPOILER!) sterminando tutti gli altri personaggi.
Anche la protagonista di Marina Morpurgo (che poi è lei stessa) è fatta della stessa pasta. Fin dalle prime pagine si afferma con prepotenza, sfornando un'arguzia dopo l'altra in un crescendo di plaisanteries pungenti e sottolineature sardoniche.
Marina - dapprima Scrittrice Potenziale, ma molti sono i suoi pseudonimi man mano che il plot procede - è esattamente ciò che appare: una donna di mezz'età, sola, che cerca di sbarcare il lunario scrivendo racconti. Cioè, per ora ha scritto solo uno striminzito libricino di racconti brevi, ma lei ha la stoffa della Grande Romanziera, sicuro, nessuno come lei è destinata alla grandezza. Glielo ricordano i parenti (che non hanno fiducia in lei), l'editore (che forse ne ha anche troppa) e fondamentalmente chiunque incontri per strada.
Si getta perciò a capofitto nella libreria di casa, dove spera di trovare l'ispirazione per una Storia con la S maiuscola. Qualcosa che sia un po' Stephen King, un po' Robert Musil e perché no, anche un po' Sophie Kinsella.
Per mesi non riesce a spremere sul foglio bianco neanche una parola, fino a quando viene folgorata da un'illuminazione: non prenderà spunto da uno di quei libroni gargantueschi (lei è una di quelle che riuscirebbe a condensare la trilogia di Tolkien in un foglio protocollo), no; lei lo plagerà. Che poi, plagiare, che brutta parola! Si tratterà più di una scopiazzatina innocente, un nome qui, un luogo là, niente di grave.
Inizia così la sua carriera di plagiatrice di professione, che la porterà prima al successo con una riscrittura frivola e degradante de I promessi sposi, poi alla perdita d'identità e alla follia, in un susseguirsi di fissazioni e rituali maniacali via via che i suoi pseudonimi soffocano la vera Marina.
Ma allora è morta!, direte. Se l'hanno soffocata!
E invece il finale è sorprendente, cinico e inevitabile. Sì, perché con personaggi - persone - potenti come Marina non si può fare diversamente. Gridano attraverso la penna e impongono il proprio finale.
"La scrittrice criminale" è uno di quei romanzi che si leggono tutto d'un fiato, e non perché non si vede l'ora di finirlo; è semplicemente magico leggerlo. Divertente, ironico, a tratti evocativo, si conficca nel cuore e lì si scava un posto a unghiate e spintoni. Siamo così diversi da Marina, Scrittrice Potenziale, Scrittrice Dozzinale, Sof'ja? Non viviamo anche noi indossando una maschera?
It takes a fool to remain sane dicevano i The Ark e io vi dico: leggete questo libro. E' leggero, di un bel colore, s'intona anche con la borsetta. Basta una riga per farvi
(plagiare)
catturare.
E alla fine vi sorprenderete a chiedervi se in fondo, ma proprio in fondo, un altro epilogo non sarebbe stato possibile...


 Alice Bassi

9 commenti:

  1. Ho appena letto la tua recensione e la prima cosa che desidero fare è acquistare il libro! Sei riuscita ad incuriosirmi,ed anche a meravigliarmi! Non si trovano spesso persone che citano l'educazione e il rispetto! Complimenti x tutto, continuero' a seguirti!!!

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    1. Grazie, ti presterò il libro, è veramente bellissimo! :)

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  2. Mia diletta, cominci a bloggare da Dio. Punto.
    Già sai quanto ho adorato questo libro - e spero vivamente di riuscire prima o poi a trascinare l'autrice a una presentazione all'AltroLuogo. Il modo in cui la protagonista si evolve, il modo in cui omaggia la cultura pur parodizzando la figura dell'intellettualoide, come ritrae gli aspiranti scrittori e uno scorcio di mondo editoriale... eppure è un 'libro del buonumore'.

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    1. Waa *_* ma grazie Ery, è grazie a te se ora sono qui a bloggare! Ma come fai a usare il nick della tua pagina? Io figuro sempre come Alice Bassi... mah!
      Comunque, mi è veramente piaciuto e un'amica dell'autrice sulla sua pagina Facebook mi ha suggerito di leggere anche "Risorse disumane" sempre della Morpurgo. Lo conosci?

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    2. Scherzavo, ho capito come si fa u.u

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  3. Ciao bellissima, non c'entra niente con la tua recensione, ma volevo dirti che mi fa stra piacere seguirti anche qui. UN ENORME BACIOOOO *_*

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  4. Molto intrigante, soprattutto per me che, ben oltre la mezza età, ho cominciato a scribacchiare.
    Hai la capacità fantastica di far entrare dentro i libri di cui parli anche e soprattutto chi non li ha letti. Farti i complimenti è poco.

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  5. Grazie di cuore, Terry!
    Sono più che certa che questo romanzo breve ti piacerà moltissimo, oltre che molto divertente offre anche spunti di scrittura freschi e ironici ;-)

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Tu.
Sì, proprio tu.
Ti trovi in un luogo fra lo spazio e il tempo, dove l'educazione e il rispetto sono la regola internazionale. Se ciò che stai scrivendo è offensivo, sei pregata/o di contare fino a dieci e ricordarti che nell'eternità siderale la stupidità non ha luogo.