mercoledì 4 marzo 2015

Altro giorno, altro caffè




Due giorni che non scrivo qui. Disonore su di me.
Due giorni che scrivo però di più poesie e pezzi sparsi del romanzo, quindi un punto per me. Cerco di andare avanti un giorno dopo l'altro, come gli alcolisti anonimi: non una bottiglia per volta, ma un giorno per volta, con tutte le sue dolcezze e il suo retrogusto amaro.
L'altro giorno sono stata in libreria. Feltrinelli, stavolta, un po' come le altre ragazze vanno oggi da Guess, domani da Liu Jo, dopodomani da Pinko. Sfiorando le coste dei libri di poesie, uno ha attirato la mia attenzione: non solo per il cognome dell'autore - Salinas - e per la sua connessione con l'elemento centrale del romanzo al quale sto lavorando (è incredibile come quelli che Coelho chiama "segnali" parlino dappertutto, quando si tende l'orecchio), ma anche per una particolarità: c'era una poesia sulla copertina. Non sul retro, ma sul davanti, proprio sotto il nome, Pedro Salinas, e il titolo del poema: La voce a te dovuta.
L'ho letta. Mi sono persa.

"Al di là di te ti cerco.
Non nel tuo specchio
e nella tua scrittura,
nella tua anima nemmeno.
Di là, più oltre."

Per me è come affondare nell'oceano e risalire fra spuma bianca e bollicine. E' esattamente ciò che provo per me, per la Alice oltre lo specchio, la Alice che ogni tanto mi parla, ma che più spesso si isola in un mutismo ostinato; Alice che non ha paura, che sa quanto vale.
Mi piacerebbe tendere una mano e fondere le dita con la superficie dello specchio, immergerle nel vetro fuso, ferro liquido, fino a toccare altre dita, fredde, dall'altra parte. Toccarle e provare un brivido.

"Non nel tuo specchio e nella tua scrittura..."

C'è da perdersi in questa poesia come in un labirinto.
Chissà se troverò la strada per uscirne...

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