lunedì 30 novembre 2015

Storia di come arrivai in biblioteca, sgusciai dei cioccolatini e finii per adottare tre libri

Buonday!
Oggi vorrei raccontarvi la mia seconda esperienza con il Club del libro.
Due parole di premessa: i Club del libro (o dei lettori) sono quelle libere aggregazioni di persone accomunate da una grande passione per la lettura che decidono, di volta in volta, di leggere uno stesso libro per poi commentarlo. In genere ci si dà un mese di tempo e poi ci si rincontra, magari nella sede di qualche fondazione che promuove la lettura o, più comunemente, in una biblioteca.
Questo secondo caso è quello del Club del libro della mia città. Peraltro, mi viene in mente solo adesso che non ci siamo ancora dati un nome °_° non che sia obbligatorio, sono io che ho questa scimmia di dover dare un nome anche alla gomma per cancellare, pertanto... lo proporrò. Anzi, sarebbe bello leggere anche le vostre proposte. Potrebbe essere... gngnrnrnn... "Piccole lettrici crescono", dato che siamo tutte donne? Oppure "Lettrici in cerca di autore"? O "Una biblioteca tutta per sé"? O ancora "Le lettrici della mezzanotte"? O magari "Dieci piccole lettrici"? Mi piace quest'ultimo in particolare, ma potrebbe legare troppo il fatto che ci sia un numero nel titolo, nel caso si aggiungesse qualcun altro... boh. Dubbio.

A parte questo delirio made in Alice, torniamo a bomba: il secondo incontro.
Le cineprese si accendono su un parcheggio buio, accanto a un bosco e una chiesetta di campagna. E' lì vicino che hanno spostato la biblioteca che prima pulsava nel cuore del mio paese, S. Stefano Magra. Ora quel cuore batte più piano ed è difficile udirne il richiamo, ma io ho udito fine e ora sono qui, con il motore della macchina che ticchetta nel cofano mentre si raffredda, lo zaino pieno di libri, le mani gelide.
La biblioteca, buia, con solo un lumicino acceso, è di fronte a me. M'incammino e intanto mi pongo tante domande: come sarà questo Club del libro? Le altre ci sono già state, per me invece è la prima volta. Sì, insieme a loro ho deciso di leggere "Ritratto di signora" di Henry James, ma non ho mai partecipato a una discussione su un libro. Sarà come a scuola? Analogie, ossimori e sineddoche? Dovrò fare un'analisi del testo? Dei personaggi? Dubbi. Dubbi come fantasmi nel buio.

Entro e noto due cose positive: i numerosi caloriferi (bene) e un cesto di Lindor (fottutamente bene) gentilmente offerti dalla biblioteca. Me ne riempio il grembo e, mentre li sguscio uno a uno come uno scoiattolo, ascolto la conversazione sul libro: gioiagaudio! Non è un'analisi del testo, bensì una ricca, emozionante conversazione sui personaggi, su come potrebbero evolversi anche oltre il finale proposto da James, sul perché hanno agito in un certo modo e via così. Lo so che può suonare noioso, invece mi sono divertita un sacco: tutte le mie compagne di lettura hanno mostrato un sincero interesse per l'evoluzione psicologica dei personaggi e addirittura per leggere brani autentici in cui James raccontava cosa pensava lui di certi dettagli rimasti in sospeso, tanto che dalla nostra analisi è scaturito un calderone di idee che borbottava e scoppiettava sul fuoco della nostra passione.
E' questo che ho provato in mezzo a loro: mi sono sentita a casa, in una zona sicura, dove persone simili a me si confrontavano su tematiche gustose e interessanti. Ed erano magnifiche, queste donne, e a nessuna di noi importava se qualcuna avesse i capelli in disordine o vestisse abiti fuori moda o se fosse grassa o struccata: tutti quegli elementi che ci avrebbero rese vulnerabili fuori dalla biblioteca, lì ci facevano risplendere di una forza incrollabile. I nostri occhi ardevano e i nostri occhiali erano il più lucente dei gioielli.
Un'esperienza magnifica e stimolante, davvero. E ora mi sento meno sola, come se ci fosse una tana in più in cui potermi rifugiare quando il volume del mondo esterno si alza troppo e le mie orecchie rischiano di sanguinare.

Abbiamo scelto un nuovo libro da leggere e di cui parlare nel mese di dicembre: "Il ritorno del soldato" di Rebecca West. C'erano parecchi titoli in ballo, ma io mi sono battuta fortemente per questo e per pietà le altre hanno ceduto alla fine le ho convinte tutte. Eh-ehm. Il motivo per cui ci tenevo a leggere questo libro è perché non solo lo stile di scrittura della West, per quanto troppo ricco di lunghe descrizioni di esterni, per i miei gusti, è scorrevole e più contemporaneo rispetto a quello di James, ma soprattutto per via dell'autrice: Rebecca West, pseudonimo di Cicely Isabel Fairfield, scelto da lei per rendere omaggio a una eroina femminista dell'opera "Rosmersholm" di Ibsen, è stata non solo una grande scrittrice, ma anche un'attivista in ambito femminista, figura di spicco della critica, della saggistica e grande opinionista del suo tempo. Nel '47, ho appreso con stupore da Wikipedia dopo aver cercato qualche notizia in più su di lei, la rivista "Time" l'ha definita "indiscutibilmente la scrittrice numero uno del secolo". Al momento sono più o meno a metà del libro e devo dire che mi piace, soprattutto per l'abilità della West nel delineare con pochi tratti personaggi indimenticabili. Altra nota interessante: diversamente da James, dove in qualche modo l'aspetto fisico dei personaggi già faceva intendere qualcosa anche sulle loro intenzioni e sulla loro identità psicologica, qui si assiste a uno scollamento fra personalità e aspetto: tutti i personaggi, a parte Chris, il soldato tornato dal fronte con un'amnesia degli ultimi quindici anni di vita, si rivelano essere l'esatto opposto di quello che il loro aspetto esteriore e il luogo in cui vivono suggerirebbero: sia Kitty, moglie dimenticata di Chris, sia la protagonista, ragazza incostante e divorata ora da gelosia, ora illuminata da una scialba compassione per i meno fortunati, sono donne magnifiche per bellezza e dimora, ma vuote, superficiali. Al contrario, Margaret, donna amata da Chris quindici anni prima e che lui ritiene ancora essere la sua fidanzata, è più volte definita come orrenda, invecchiata dagli anni e dalle fatiche, con occhi slavati e brutte mani arrossate dal lavoro, eppure si dimostra la più genuina, l'unica in grado di nutrire vero amore e sentimenti sinceri.
Vi dirò di più quando l'avrò finito, ma per ora lo consiglio fortemente.

E' stato uscendo dalla biblioteca che ho fatto il primo grande errore: fermarmi a chiacchierare con le altre nella stanza adibita ai prestiti. I libri sugli scaffali hanno subito iniziato a sussurrarmi e supplicarmi di sfogliarli, perciò ho dovuto accontentarli, si capisce. E così mi sono lasciata tentare dalla copertina di "Il silenzio delle conchiglie" di Helen Keller, scrittrice molto conosciuta soprattutto per la disabilità fisica che, dall'età di 19 mesi, l'ha resa cieca e sorda. Io conoscevo anche un altro aneddoto su di lei: pare che sia stata proprio la Keller a portare il primo Akita Inu negli States nel '39, quando, in occasione di un suo viaggio in Giappone e dell'interesse mostrato per Hachiko, morto nel '35, il governo nipponico le donò Kamikaze, un cane di razza Akita che lei definì "un angelo con la pelliccia". Della sua storia e della sua disabilità si parla nel famoso libro, diventato poi anche film e opera teatrale, "Anna dei miracoli". Anche nel libro che ho scelto io (non potevo lasciarlo lassù, su quello scaffale, al freddo... non si fanno queste cose!) si parla della stessa tematica e devo dire che non vedo l'ora di iniziarlo, perché dalle poche righe lette sono rimasta colpita e affascinata dallo stile di scrittura scorrevole e intenso della Keller.

Il secondo grande errore è stato quello di non uscire dalla biblioteca immediatamente dopo. Sì, perché, senz'altro per aver visto che uno di loro ce l'aveva fatta, gli altri libri hanno iniziato a chiamarmi molto più forte, e così sono incappata in questo altro titolo: "Teo" di Lorenza Gentile, la storia di un bambino che desidera conoscere Napoleone ma che, per farlo, sa di dover morire, in quanto Napoleone è appunto un morto. Come ragionamento non fa una piega. Dalle prime pagine mi sembra interessante sia la trama, sia lo stile ritmato e incalzante di scrittura, per certi versi vicino al mio. E' questo un esempio lampante di ottima scrittura: creare fin dalle prime pagine l'urgenza nel lettore di andare avanti, di conoscere la risposta a quella che, in gergo, si definisce Domanda Drammaturgica Principale. Teo si ucciderà o no? Lo scoprirò solo leggendolo, ma per ora sono ancora alle prese con la West, perciò ci vorrà ancora qualche giorno prima che io possa dirvi di più. 






6 commenti:

  1. Sono veramente contenta del commento che hai fatto sul nostro Circolo dei lettori! È vero, la nostra ultima riunione è stata fantastica, stimolata da un bellissimo libro come "Ritratto di signora" e dal bravissimo scrittore che è Henry James, ne è venuta fuori una discussione molto sentita e partecipata. Molto merito va anche alla nostra Annalisa, che ci guida e consiglia sulla scelta del libro da leggere mensilmente e ci coordina nella discussione. Adesso vedremo con " Il ritorno del soldato" di Rebecca West...
    Mi piacerebbe leggere il libro "Anna dei Miracoli" di Helen Keller, ho visto il film anni fa ed è meraviglioso!
    Una storia indimenticabile.

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    1. Annalisa è una persona fantastica, dolce e di grande cultura. Anche io sarei curiosa di leggere quel libro, ho visto che ne esistono diversi della stessa autrice!

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  2. C'erano i lindor? D:
    ... coff, no, dicevo. AH-EHM.
    Uhm, non ho ancora letto nulla della West, ci faccio un pensierino.
    I gruppi di lettura sono bellissimi <3 Nei pochi incontri del gruppo dedicato ai classici inglesi mi sono trovata veramente benissimo. E' un'atmosfera che boh, non la trovi da altre parti.

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    1. Uuuh sì, questo della West secondo me potrebbe piacerti, peraltro sono circa 130 pagine quindi si legge in un pomeriggio! Io ci sto mettendo di più per via del lavoro eccetera... comunque puoi venire anche tu, se ti va! Solo che temo che sarai già a Torino...

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  3. Sarebbe davvero bello Ery averti nel nostro club dei lettori! E ci saresti anche tanto utile...Mi dispiace per Torino, ma se ti rende felice, la sono anch'io!
    In ogni caso, noi ci riuniamo 1 volta al mese, forse potresti farcela lo stesso!

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    1. Infatti Ery, la prossima volta se non erro dovremmo incontrarci il 22 alle 17, magari sei qui per le feste... al momento stiamo percorrendo il novecento suddividendolo per decadi, quindi ora stiamo leggendo la West, che abbiamo selezionato nel decennio 1910-1920, ma la prossima volta sceglieremo un autore dal '20 al '30 e sono parecchio curiosa di scoprire cosa salterà fuori! Tu pensaci su, magari riesci a fare un salto ;-)

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Tu.
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