venerdì 11 dicembre 2015

Gocce d'inchiostro #1: Kerouac, la febbre e Madama Paura

Buongiorno!
Oggi è uno di quei giorni. Ebbene sì. Un giorno da elenco puntato, con poco tempo, poche frasi su pochi argomenti, ma con una gran voglia di scriverle lo stesso, quelle dannate frasi.
Mi piace pensare che possa essere l'inizio di una nuova rubrica, che temporaneamente chiamerò "Rubrica elenco puntato". Nome orrendo. Ehm. Se ve ne viene in mente uno migliore (non penso sarà difficile), vi prego di scriverlo nei commenti, fate la carità *.*
Iniziamo:

1. Sì, ho ancora la bronchite. Diamine.

2. Ho iniziato a leggere "Sulla strada" di Kerouac.
Prima di farlo ero molto combattuta: da un lato ne avevo una gran voglia, dall'altro temevo che non mi sarebbe piaciuto. Per niente. Non solo per lo stile di scrittura molto fluido e a tratti sconclusionato, che so aver infastidito diversi lettori "puristi", bensì per gli elementi di richiamo al mondo della droga, delle benzedrine, dell'alcol e del sesso, argomenti di cui non leggo troppo volentieri.
Voci. Recensioni lette qua e là.
Ora che l'ho iniziato, posso dire una cosa?
Benedico chi le ha scritte, quelle recensioni.
Il motivo è semplice: è sempre una buona cosa iniziare un libro con aspettative molto basse, perché è più facile ricredersi. A me è successo, e solo dopo poche pagine.
Sulla strada non è - almeno per ora - l'inno alla droga che temevo. Non è nemmeno sconclusionato. E' ubriaco, sì; non solo Kerouac mentre lo scriveva, ma anche lo stile di scrittura, ubriaco di furore, della bruciante febbre che arroventa ogni scrittore mentre allatta d'inchiostro la sua creatura. Mi piace, davvero. E' crudo, è disincantato eppure romantico, ed è vivido, perdio, vivido come sangue su una pernice.

3. Sto continuando la stesura rivista del mio secondo romanzo. Devo dire che mi piace sempre, anche se il timore di bloccarmi è costantemente dietro l'angolo... ma dovrò farci i conti, suppongo. Per ora continuo il mio viaggio, godendo di ogni passo. Ci sarà sempre oscurità, anche sotto il sole; un'oscurità che potrò affrontare solo con il coraggio. E forse il coraggio, parafrasando Falcone, è tale non perché non conosce la paura, bensì perché a Madama Paura, gelida e sudata, sa portare rispetto.

2 commenti:

  1. Mi dispiace ma non saprei come suggerirti di chiamare la rubrica in questione, magari se in seguito mi verrà in mente qualcosa ti farò sapere *.*
    Sono contenta che il libro di Kerouac "Sulla strada" ti stia piacendo,da come lo descrivi faresti venire la voglia di leggerlo a chiunque, quindi mi metto già in lista di attesa...
    Per quanto riguarda il secondo romanzo,non devi avere timore del blocco, per chi ama come te la scrittura non può succedere questo.
    Per te la scrittura è come l'aria da respirare, e senza l'aria non si può vivere!

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    1. Eh già, dici bene: scrivere è come aria da respirare, per uno scrittore. E respirare è la cosa più naturale del mondo, semplice come andare in bicicletta.
      Tranne per il fatto che la bicicletta è in fiamme.
      Tu sei in fiamme.
      Tutto è in fiamme e tu sei all'inferno.
      Questo per circa il settanta per cento del tempo, più o meno XD
      A parte scherzi, al momento sto proseguendo. Penso al libro in ogni istante, è come un richiamo da un mondo che si trova appena oltre la pellicola della realtà. E gli scrittori sono sottilità, secondo me, per citare un elemento dalla saga de La torre nera di Stephen King. Passaggi fra realtà che altrimenti non si potrebbero toccare.
      Non so oggi come proseguirò ciò che ho scritto ieri, ma ho voglia di farlo. È questo che muove gli ingranaggi di qualsiasi cosa: se ti piace farlo, e ne hai voglia, il contenuto passa in secondo piano. Quando inizierai a scriverlo, verrà da solo. Basta non avere paura e ascoltare quel richiamo... ma spesso capita di perdere la bussola e mettersi fretta. Allora tutto torna a incendiarsi e l'inferno, che tu credevi di aver sconfitto, torna a sussurrarti le sue suadenti promesse di fuoco.

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Tu.
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